Quando si effettua una lettura della bolletta, si può notare che la quantità di gas consumata è espressa in smc, l’unità di misura standardizzata del gas, uguale per tutti indipendentemente dalle zone geografiche di appartenenza e dalle società di distribuzione.

Ma che cos’è precisamente un smc? Come si fa a calcolarlo? E quali sono i costi? Ecco tutte le risposte in questa guida allo standard metro cubo.

La sigla smc sta a indicare lo standard metro cubo (o gli standard metri cubi), ossia l’unità di misura del volume del gas in condizioni di temperatura e di pressione “standard”.

Il costo del gas in bolletta dipende proprio dal suo calcolo in standard metri cubi, e non in metri cubi semplici. Ma qual è la differenza tra i metri cubi e gli standard metri cubi?

Il volume di una sostanza gassosa come il gas cambia in funzione di alcune variabili, vale a dire la pressione e la temperatura. Queste ultime sono influenzate da tantissimi altri fattori, che possono dipendere sia dalle condizioni atmosferiche, geografiche o di trasporto, sia dalle circostanze e dalle modalità della distribuzione e della vendita.

L’utilizzo dello standard metro cubo, invece, permette di calcolare in maniera standardizzata il volume di gas distribuito e consumato, che costituisce la componente energia e il totale dei volumi fatturati, cui sommare le accise, l’addebito dei costi di gestione del contatore e manutenzione e così via.

Che cosa significa questo? Significa che i cittadini possono pagare il gas effettivamente consumato indipendentemente, per esempio, dalle zone geografiche in cui si trovano, che potrebbero influenzare il volume del gas.

I metri cubi di gas vengono convertiti in standard metri cubi attraverso il coefficiente di conversione C, un valore stabilito e calcolato da ARERA (l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente) e fissato sul territorio nazionale.

Il calcolo del coefficiente C è particolarmente complesso, perché si basa su un certo numero di formule matematiche e, soprattutto, su alcune variabili che è fondamentale conoscere, ovvero:

• l’altitudine (H) del Comune in cui si trova l’abitazione o comunque l’immobile cui si riferiscono le forniture indicate in bolletta;
• i gradi giornalieri (GG) registrati in media nel Comune in questione, come calcolati e indicati da ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile;
• i giorni di esercizio dell’impianto di riscaldamento (ng) e il relativo potere calorifico, che naturalmente sono dipendenti dalla zona climatica in cui si trova l’edificio. Le zone vanno da B (121 giorni) a F (272 giorni).

Uno standard metro cubo di gas naturale può essere calcolato per mezzo di uno strumento apposito, ossia il convertitore di volumi, attraverso il quale può appunto essere effettuata la conversione dal metro cubo fisico al metro cubo standard. In genere, tale apparecchiatura non è presente per i clienti con utenze domestiche, ma soltanto per un’azienda energivora o comunque partite IVA e imprese dai consumi particolarmente elevati.

Esiste, però, anche un metodo alternativo all’uso del convertitore di volumi, basato sull’utilizzo del calcolo con coefficiente C, il coefficiente di conversione stabilito dall’Autorità per l’energia.

Tale conversione viene effettuata direttamente dalla società di fornitura. Nelle bollette del gas, infatti, il valore presentato dal fornitore è già convertito da metro cubo a metro cubo standard.

In questo caso, il calcolo va effettuato a partire dal consumo di gas misurato dal contatore in metri cubi normali, e moltiplicato per il coefficiente C. Se, per esempio, il contatore indica un consumo di 1.000 mc di gas metano, e il coefficiente di conversione C è fissato per esempio a 1,003 nel Comune di residenza, il risultato della conversione in standard metri cubi sarà: 1.000 mc x 1,003 = 1.003 smc.

Per eseguire il calcolo inverso, ossia individuare i metri cubi non standard a partire gli smc, occorrerà dividere i metri cubi standard per il coefficiente di conversione. Utilizzando i medesimi numeri del caso precedente, si otterrà: 1.003 smc : 1,003 = 1.000 mc.

Le tariffe per metro cubo standard sono molto variabili, in base alla tipologia dell’offerta e a tutti i fattori che ne conseguono.

In particolare, i costi del gas per smc dipendono da:

• tipologia di mercato. Una offerta del mercato libero è molto diversa da una del servizio di tutela (o mercato tutelato). Nel primo caso, la spesa varierà a seconda delle condizioni contrattuali dell’offerta scelta, mentre nel secondo i prezzi verranno stabiliti da ARERA ogni trimestre, a seconda delle condizioni di mercato;
• andamento del mercato. Se l’offerta che il consumatore sottoscrive è di tipo variabile, significa che la spesa per la materia prima gas naturale per smc potrà cambiare a seconda delle oscillazioni dei prezzi del gas nel business internazionale, in riferimento al mercato da cui si rifornisce il fornitore, determinando o un aumento dei costi o un risparmio energetico per il cliente finale. Altrimenti, se il tipo di contratto è a prezzo fisso (o prezzo bloccato) allora il costo per valore energetico resterà uguale.
  

In tutti questi casi, è sempre fondamentale conoscere il prezzo del gas per smc, in quanto solo in questo modo si potrà verificare davvero l’andamento dei propri consumi e dunque, eventualmente, un modo di intervenire per ottenere un vero risparmio in bolletta.

Naturalmente, non vanno considerati i costi una tantum o i costi fissi, che non hanno a che vedere con il prezzo per smc; per esempio, i costi di allaccio e attivazione oppure subentro e voltura, la manutenzione della caldaia, la copertura e la conversione degli impianti per il cliente domestico, il pagamento degli oneri di sistema.

La distinzione tra metri cubi standard e metri cubi non standard è una differenza a livello di uniformità del volume: il metro cubo standard (smc) corrisponde a un metro cubo (mc) in condizioni fisse e stabili.

Il metro cubo è l’unità di misura tipica dei grandi volumi di masse diverse. Per alcune tipologie di materiale però, ad esempio per le sostanze gassose, il metro cubo può non essere sufficiente a garantire una misurazione univoca.

Infatti, un metro cubo di gas varia nel tempo in base alle specifiche condizioni in cui si trova, ossia ad esempio alla pressione atmosferica o alla temperatura esterna, e quindi alla zona geografica: altitudine, zone più o meno calde…

Perciò, se i distributori e i fornitori non tenessero in conto questa peculiarità, il gas verrebbe a costare molto di meno a un cittadino che vive in una zona in cui, per esempio, le condizioni di temperatura sono tali che il gas, in media, è più dilatato e quindi aumenta il suo volume. Viceversa, pagherebbe molto di più in una regione più fredda, dove il gas è meno dilatato e il suo volume diminuisce.

È per questo che le società di fornitura, per la fatturazione, utilizzano soltanto il metro cubo standard, che è riportato a condizioni uniformi, e ha il medesimo valore in ciascuna località e in ciascuna zona. In questo modo, i cittadini pagano il gas a condizioni eque ed equiparabili.