Da alcuni anni, per determinate categorie di aziende è obbligatorio richiedere una diagnosi energetica a scadenze regolari. Tuttavia, non sono solo i soggetti obbligati per legge a sfruttare questo servizio.

Ma di che cosa si tratta? In quali casi va fatto per forza, e quando invece può essere conveniente al di là delle norme? Ecco tutte le risposte in questa breve guida alla diagnosi energetica.

Una diagnosi energetica, o audit energetico, consiste in una serie di indagini e analisi tecniche su un immobile (anche non residenziale, p. es. un impianto industriale) allo scopo di valutare l’entità dei suoi consumi di energia e di verificare se e come è possibile contenerli e ridurli, migliorando l’efficienza energetica dell’edificio o dei locali attraverso opportuni interventi.

In particolare, si tratta di una valutazione che analizza precisamente la quantità di energia spesa per tutti i singoli scopi abitativi, commerciali o lavorativi che coinvolgono le diverse tipologie di edificio: illuminazione, utilizzo di elettrodomestici, riscaldamento e condizionamento degli ambienti, ma anche funzionamento di impianti e postazioni di lavorazione e così via.

La diagnosi energetica è pensata per costituire la prima fase di una generale riqualificazione energetica dell’immobile. Infatti, avendo piena conoscenza delle caratteristiche di un edificio è possibile individuare soluzioni di miglioramento della prestazione energetica, facilitare il monitoraggio e la manutenzione e proporre e realizzare i corretti interventi di ristrutturazione, anche per accrescere le condizioni di comfort dell’edificio.

Proprio per questo è sempre fondamentale affidarsi a tecnici qualificati, in possesso di competenza professionale documentata. Solo così è possibile avere la certezza che la diagnosi energetica potrà essere completa, regolare a norma di legge e fruttuosa per la realizzazione di interventi migliorativi di risparmio energetico ed efficientamento.

La diagnosi energetica, per essere completa e adeguata, dovrebbe analizzare l’immobile sotto molteplici punti di vista, ed eseguire diverse operazioni specifiche, tra cui:

• controllo della posizione, delle temperature e del clima;
• verifica delle modalità di utilizzo;
• suddivisione in aree di processo;
• controllo dei consumi medi annui nelle fatture;
• analisi di serramenti, muratura ecc.;
• presenza di fonti rinnovabili;
• confronto tra i dati stimati, i dati reali e le potenzialità a seguito di rinnovamento dello stabile.

Vi sono, in estrema sintesi, due motivazioni principali per richiedere una diagnosi energetica, e la prima di esse è l’obbligo di legge per alcune categorie di immobili dedicati ad attività economiche e industriali.

Il decreto legislativo 102/2014 ha stabilito infatti, sulla scorta di misure analoghe dell’Unione Europea, che le grandi aziende e le aziende energivore hanno il dovere di effettuare una diagnosi energetica ogni 4 anni; la prossima scadenza è il 5 dicembre 2023.

I soggetti interessati dall’obbligo, dunque, sono:

• le grandi aziende, ovvero le imprese con un numero di dipendenti superiore a 250 o con un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro o, ancora, con un bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro. Il calcolo di tali parametri considera anche le aziende collegate o associate;
• le aziende energivore, ovvero quelle con forte consumo classificate nell’apposita lista della Cassa per i Servizi Energetici Ambientali (CSEA), in quanto utilizzano almeno 2,4 GWh annui di energia elettrica, hanno un rapporto tra costo dell’energia e fatturato pari o superiore al 2%, e hanno un codice ATECO relativo a un’attività manifatturiera.

Le leggi esonerano dall’obbligo di diagnosi periodica le aziende che hanno già implementato un sistema di gestione energetica conforme a Emas, Iso 14001 oppure Iso 50001, dal momento che questi ultimi comprendono già un audit energetico.

Per quanto riguarda invece la seconda motivazione per richiedere un’analisi energetica, si tratta della possibilità di risparmio che essa offre alle aziende e anche ai consumatori domestici.

La conoscenza dei propri consumi energetici sul piano dei criteri economici, infatti, è una grande opportunità per iniziare a investire nel miglioramento energetico dell’immobile.

Un rapido rientro degli investimenti è garantito, in quanto a seguito della spesa iniziale sarà possibile riscontrare subito un abbattimento dei consumi, un risparmio sulle bollette e, in più, anche sulle imposte, dal momento che per determinati interventi sono previste molte forme di incentivi fiscali.

Le diagnosi energetiche si svolgono secondo una procedura di analisi composta di fasi ben precise.

• Innanzitutto, occorre effettuare una analisi preliminare relativa all’edificio e al suo utilizzo energetico. Devono essere presi in considerazione, prima ancora di recarsi in loco, i dati catastali e tecnici, le fonti di energia utilizzate, i consumi medi annui per il riscaldamento, il funzionamento degli impianti e la produzione di acqua calda sanitaria, le informazioni sulla posizione geografica e sulla situazione climatica e molto altro ancora.
• Secondariamente, il tecnico deve effettuare il sopralluogo. Nel corso di quest’ultimo, il tecnico deve eseguire una verifica strutturale e diversi rilievi, in particolare delle stratigrafie di pavimentazione, muratura e tetto e dei serramenti; in più, analizza anche gli ombreggiamenti, la temperatura e l’umidità dell’aria, e verifica la presenza di dispersioni e il rendimento degli impianti.
• Quindi, i dati raccolti devono essere elaborati attraverso l’utilizzo di software appositi. Viene realizzato un modello virtuale dell’edificio, e viene effettuata la ripartizione delle potenze e dei consumi sulla base dei modelli energetici (elettrico, termico, aria compressa…), del centro di costo, della cabina elettrica, del reparto ecc.
• In seguito, vengono presentati i risultati, corredati di un quadro sintetico delle ipotesi di intervento in ordine di priorità. Possono essere proposti interventi di isolamento termico come la realizzazione del cappotto esterno, o l’installazione di nuovi sistemi di produzione dell’energia (energie rinnovabili come pompa di calore per energia termica e fotovoltaico, sostituzione della caldaia, ecc.). Le proposte di intervento includeranno una descrizione del lavoro, una stima delle spese di gestione incluse le agevolazioni e delle tempistiche per il ritorno dell’investimento.

Per la diagnosi energetica, secondo la direttiva nazionale, è necessario rivolgersi a degli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE), con certificazione Uni Cei 11339, oppure ad Auditor Energetici (AE), con certificati Uni Cei En 162475:2015.

In particolare, un EGE è un professionista in possesso delle conoscenze e dell’esperienza necessarie alla gestione efficiente dell’energia, nonché competenze nei settori energetico e ambientale ma anche economico, comunicativo e gestionale. La certificazione dell’EGE può riguardare sia il settore industriale (processi produttivi, sistemi di trasporto, sicurezza industriale) sia il settore civile (tutela ambientale, attività per impianti, servizi pubblici, infrastrutture nell’edilizia privata o per enti pubblici sin dalla progettazione).

Per quanto riguarda gli AE, si tratta di operatori specializzati nell’organizzare e realizzare analisi di tipo energetico con lo scopo, appunto, di aiutare il cliente a ridurre i propri consumi e aumentare l’efficienza energetica di un immobile, un’azienda e simili.

Indipendentemente dalla figura professionale di riferimento, il costo della diagnosi energetica è comunque variabile in relazione a molteplici fattori, ed è impossibile determinarlo a priori senza analizzare l’edificio per il quale viene richiesta: dipende infatti dal luogo geografico, dalle dimensioni e dalla destinazione d’uso, dagli aspetti da prendere in considerazione, ecc.

È possibile stimare un costo per una diagnosi energetica residenziale in una casa autonoma di medie dimensioni attorno ai 500-1500€, a seconda dei parametri di misurazione ma anche della tipologia degli impianti, del sistema di costruzione dell’immobile e così via.

Se la diagnosi è richiesta da un amministratore per un intero condominio, è possibile concordare un costo attorno ai 50-150€ per ogni appartamento dello stabile, a seconda del numero totale di appartamenti e delle condizioni degli stessi.

Si ricorda comunque che si tratta soltanto di prezzi indicativi: un vero e proprio preventivo può essere richiesto a un tecnico specialista soltanto dopo i sopralluoghi presso l’edificio in questione, e potrebbe variare anche in misura considerevole. Soprattutto per quanto riguarda gli edifici privati non residenziali, per i quali potrebbe essere necessario valutare un numero maggiore di scenari e situazioni, con un approfondimento più mirato.

In ogni caso, il costo della diagnosi energetica si ripaga, in genere, sul medio periodo, in quanto garantisce un eccellente rapporto costi-benefici e la massima ottimizzazione della propria spesa per gli investimenti energetici. La consulenza di soggetti qualificati è l’unico strumento per sapere con esattezza dove intervenire e in che modo per poter migliorare davvero il profilo dei propri consumi, ammortizzando così molto presto il costo iniziale.

Un esperto qualificato offre in genere diverse valutazioni e proposte di investimento, corredate di stima del prezzo, così da permettere al cliente di confrontare le varie opportunità con il proprio budget per scegliere le soluzioni migliori. In più, un consulente esperto chiarisce anche al cliente tutte le possibilità di ottenere incentivi, detrazioni fiscali e altre forme di sgravio.