In alcuni contesti, anche per le aziende è necessario richiedere una certificazione energetica, e in particolare il certificato APE.

 

Ma che cos’è l’APE per le aziende? Come funziona? A chi va richiesto, e in quali casi è obbligatorio? Ecco le informazioni più utili sull’APE per le aziende e le risposte a tutte le domande.

L’Attestato di prestazione energetica (APE), da non confondere con l’Attestato di qualificazione energetica, è una forma di certificazione energetica. Si tratta di un formato standard, che è valido (con le opportune distinzioni) tanto per le grandi aziende quanto per le piccole imprese, ma anche per una casa o un appartamento.

 

La certificazione energetica APE contiene tutte le informazioni sulle prestazioni energetiche degli immobili (o dei locali) in questione. Ciò significa che indica una stima il più possibile accurata della quantità di energia che serve, ogni anno, per permettere un utilizzo standard dell’immobile a scopo abitativo o lavorativo: sono dunque considerati e inclusi il riscaldamento invernale, il raffrescamento o il condizionamento estivo e, in generale, la produzione di acqua calda sanitaria.

 

Per gli scopi previsti dalla legge, l’APE deve riportare necessariamente:

• la classe energetica dell’edificio o dei locali, da G ad A. Si tratta di una forma di classificazione elementare, basata su più complessi indici di prestazione energetica globale che considera il consumo totale di energia rinnovabile e non rinnovabile per le funzionalità standard dell’abitazione. Indica, semplicemente, quanto è efficiente l’edificio dal punto di vista del condizionamento e del mantenimento delle temperature interne;
• la prestazione energetica globale, sia dal punto di vista dell’energia primaria totale (anche da risorse naturali) che dell’energia primaria non rinnovabile;
• la qualità energetica del fabbricato, che va a rappresentare più nel dettaglio quanto indica la classe energetica. Deve riferirsi sia al raffrescamento estivo che al riscaldamento invernale;
• le emissioni di inquinanti e anidride carbonica, nonché il valore dell’energia esportata;
• i valori di riferimento secondo quanto prescritto dalle normative, p. es. i requisiti minimi di efficienza energetica;
• le norme tecniche considerate nell’esecuzione del sopralluogo, nonché le procedure e le metodologie, anche semplificate, con cui sono stati eseguiti i calcoli, le analisi e le verifiche della diagnosi finalizzata alla certificazione;
• dei suggerimenti, delle indicazioni e delle raccomandazioni al cliente per migliorare la propria efficienza energetica e puntare così a diversi benefici, come un risparmio energetico sul lungo periodo, attraverso interventi mirati, adeguati e di buona convenienza economica. L’APE può anche segnalare l’opportunità di usufruire degli incentivi finanziari e degli sconti e detrazioni fiscali previsti per determinate opere di ristrutturazione finalizzate al miglioramento della classe energetica di un edificio e all’aumento del valore immobiliare per il venditore.

 

Ma quando è obbligatorio l’APE per le aziende? Innanzitutto, lo è per gli edifici di nuova costruzione, dal momento che questi devono rispettare una serie di requisiti minimi dal punto di vista della prestazione energetica, stabiliti già in fase di progettazione.

 

Sono considerati edifici di nuova costruzione anche quelli demoliti e ricostruiti, oppure le parti che ampliano significativamente un edificio preesistente (per almeno il 15% del volume iniziale).

 

Per quanto riguarda gli edifici esistenti, la certificazione energetica è richiesta per la compravendita o la locazione sul mercato immobiliare. Già in fase di trattativa, i proprietari devono mostrare al potenziale cliente l’attestato, che andrà poi incluso nel contratto finale.

 

Anche negli annunci immobiliari, per legge, devono essere inclusi dei prospetti con le indicazioni principali contenute nella certificazione energetica.

 

Inoltre, l’APE va eseguito anche nel contesto di opere di ristrutturazione di entità e impatto ambientale notevoli, quali lavori sull’involucro esterno (copertura di facciate, tetti e pareti perimetrali, rinnovamento degli infissi, isolamenti termici e così via) che coprano una superficie superiore a un quarto dell’involucro.

 

In più, per alcune forme di incentivazione e bonus fiscali dovuti a chi ristruttura un immobile secondo le più recenti normative, è richiesto di esibire la certificazione APE, così da testimoniare l’avvenuto miglioramento della classe energetica, come previsto dalla legge sulla tutela ambientale.

 

L’APE, invece, non è richiesto nel caso di:

• fabbricati isolati di area ridotta (inferiore ai 50 mq);
• fabbricati artigianali, agricoli o industriali che non siano dotati di impianti di climatizzazione;
• cantine, depositi e locali caldaia;
• garage o parcheggi multipiano;
• ruderi;
• fabbricati in costruzione di cui, al momento della locazione o della vendita, non sia prevista l’agibilità oppure l’abitabilità.

 

Si ricorda poi che in ogni caso è possibile richiedere spontaneamente l’APE, allo scopo di conoscere con precisione la condizione energetica di un edificio e poter effettuare degli interventi che ne migliorino l’efficienza e permettano un buon risparmio.

La normativa di riferimento in Italia per quanto riguarda la certificazione energetica APE, pubblicata in seguito a diverse Direttive dell’Unione Europea, è il decreto legislativo del 26 giugno 2015, dal titolo “Adeguamento del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 26 giugno 2009. Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”, o semplicemente “Decreto Linee guida”.

 

Il decreto è entrato in vigore dal 1° ottobre successivo, e ha uniformato alcuni aspetti della legislazione precedente e prodotto diverse semplificazioni. Tra questi ricordiamo:

• l’uniformazione delle modalità di calcolo della prestazione energetica, che sono anche state semplificate per l’unità immobiliare di dimensioni più ridotte, allo scopo di ridurre il costo per il cittadino;
• la creazione del formato standard dell’APE, che include tutti i dati già menzionati sull’efficienza energetica, sui consumi e sull’efficacia delle energie rinnovabili, così da includere in un solo certificato tutte le informazioni necessarie agli utilizzatori in fase di acquisto o affitto;
• la preparazione di uno schema di annuncio di compravendita o locazione che possa fornire ai cittadini tutte le informazioni utili a definire la qualità degli edifici e le loro caratteristiche energetiche;
• l’estensione a tutto il territorio nazionale di un unico Sistema informativo sugli Attestati di prestazione energetica (SIAPE).

 

Al già menzionato decreto si aggiungono anche gli altri D. M. firmati nel medesimo giorno, tra cui il “Decreto Relazione tecnica” (dal titolo completo di “Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell'applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici”) e il “Decreto Metodologie” (ossia quello intitolato “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”).

In conformità al decreto citato, la certificazione energetica ha una validità massima di 10 anni a partire dal momento della sua presentazione.

 

Nel caso in cui, entro il periodo di 10 anni, vengano effettuati sullo stesso immobile dei lavori di ristrutturazione importanti, che vanno a toccare gli elementi edilizi principali o gli impianti di riscaldamento, raffrescamento, ventilazione e produzione di acqua calda sanitaria, è necessario ripetere la procedura di valutazione, poiché le condizioni energetiche dell’edificio verrebbero modificate.

 

Naturalmente, la validità dell’APE dipende sempre dal rispetto delle normative e dei parametri sul controllo, sul mantenimento e sulla manutenzione degli impianti dell’immobile, sotto tutti i punti di vista. Se, cioè, l’impianto di riscaldamento o raffrescamento si rompe e non viene riparato, o il libretto della caldaia non è aggiornato, l’APE si considera di fatto non valida.

La modalità di rilascio dell’APE prevede innanzitutto che l’azienda, tramite i propri responsabili incaricati, si rivolga a un certificatore energetico, un tecnico professionista con p. IVA in possesso dell’adeguata formazione, accreditato e iscritto all’apposito Albo delle regioni.

 

Il certificatore, innanzitutto, potrebbe proporre un preventivo all’azienda nella fase iniziale, che includa ogni voce di prezzo (inclusi costi aggiuntivi del fornitore, costi di spedizione ecc.).

 

In seguito, deve recarsi materialmente in loco per effettuare il sopralluogo, che è d’obbligo in tutti i casi. Il sopralluogo può anche comportare, nel caso di edifici in costruzione, una verifica dell’applicabilità e dell’applicazione del preesistente progetto edilizio, dal punto di vista della qualificazione energetica.

 

Nel contesto del sopralluogo o nelle fasi immediatamente prossime, il certificatore energetico deve individuare e reperire:

• i dati di ingresso, che sono i dati elementari relativi alle condizioni ambientali e climatiche del territorio in questione, alle caratteristiche principali dell’edificio (dati catastali ritirati dagli uffici del comune), all’uso energetico dello stesso e a tutte le sue ulteriori caratteristiche già registrate o facilmente individuabili;
• un adeguato modello di calcolo e procedura, che includa un metodo in base al quale poter determinare adeguatamente la prestazione energetica e tutti gli aspetti a essa relativi;
• tutte le opportunità di riqualificazione, di intervento e di miglioramento, al fine di aumentare il livello della prestazione energetica dell’edificio e di poter ottenere, nel lungo periodo, un significativo risparmio energetico, un più alto rendimento energetico e una riduzione dei consumi.

 

Quindi, tramite apposito software, sistema informativo e strumento di controllo, il tecnico abilitato stabilisce con sicurezza i parametri dell’immobile.

 

Poi, prima di rilasciare il certificato di prestazione energetica (anche con firma digitale), deve classificare l’edificio nella maniera più corretta, confrontando il suo risultato con quanto prevedono le indicazioni di legge.