Può capitare a tutti di ricevere dal proprio fornitore una bolletta che fattura importi riferiti a consumi molto risalenti nel tempo. A quel punto vien spontaneo chiedersi: è necessario pagare?

Per rispondere, bisogna prima capire  che cos’è la prescrizione delle bollette, quali sono i termini e quando è possibile non pagare. Ecco tutte le risposte e le informazioni.

Al fine di avere una visione d’insieme sulla prescrizione biennale è opportuno tenere distinte due casistiche:

• (prescrizione dei crediti) i consumi sono stati regolarmente fatturati, che il cliente non abbia regolarmente pagato ed il Venditore non solleciti e non richieda il pagamento entro i due anni successivi;
• (prescrizione dei consumi) le bollette riguardano la fatturazione di consumi risalenti a più di due anni.

Quando la legge parla di prescrizione, intende quel fenomeno per cui un soggetto perde un suo diritto semplicemente perché, per un dato periodo di tempo, non lo esercita. Il tema è disciplinato, in particolare, come segue:

l'articolo 2948, comma 4, del Codice Civile stabilisce una prescrizione quinquennale per le obbligazioni periodiche;

la Legge di Bilancio 2018 (Legge n. 205/2017) ha previsto che nei contratti di fornitura di energia elettrica e gas, il diritto al corrispettivo si prescriva in due anni;

l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), con Delibera 97/2018/R/com s.m.i. del 22 febbraio 2018, ha recepito le disposizioni della Legge di Bilancio 2018 specificando, tra il resto, obblighi informativi dei venditori volti a mettere al corrente i clienti finali della possibilità di eccepire la prescrizione per importi riferiti a consumi risalenti a più di due anni.

 

Di conseguenza, se il fornitore non esige il pagamento per la fornitura di gas naturale e di energia elettrica entro un certo periodo di tempo , e non manda nemmeno alcun avviso di pagamento o richiesta di adempimento specifica, si considera intervenuta la prescrizione, e quindi la bolletta potrà non essere pagata dal cliente finale, opportunamente informato.

 

La motivazione principale della riduzione del termine la prescrizione per le bollette sta nella volontà del legislatore di tutelare i clienti finali dal fenomeno delle “maxi-bollette”, cioè, importi di entità molto superiore al consueto, derivanti da rilevanti ritardi dei venditori (ad esempio blocco di fatturazione), rettifiche del dato di misura precedentemente fornito dal distributore e utilizzato per fatturare o perduranti mancate letture del contatore da parte dei distributori.

La decadenza della bolletta, in particolare, si ha quando il titolare del diritto lo perde per il “mancato esercizio di un termine perentorio”, come recita l’articolo 2964 del Codice Civile. La differenza con la prescrizione sta nel fatto che la decadenza non è passibile né di sospensione né di interruzione, ovvero i suoi termini non possono essere prorogati in avanti oppure fatti ripartire da un dato momento per qualsiasi motivo.

La prescrizione biennale dei crediti si applica sulle bollette emesse con scadenza di pagamento successiva al:

• 1 marzo 2018 per l’energia elettrica;
• 1 gennaio 2019 per il gas naturale.

La motivazione della riduzione della prescrizione per le bollette sta nella volontà del legislatore di evitare le “maxi-bollette” per conguagli riferiti a periodi maggiori di due anni e richieste di pagamento in tempi eccessivamente dilatati, ossia quelle che fatturano consumi e costi eccessivi rispetto alla realtà, e spesso arrivano molto tempo dopo che sono avvenuti quegli stessi consumi.

Si ricorda che, in ogni caso, tutte le  informazioni relative alla prescrizione delle bollette sono riportate all’interno delle stesse e nell’apposito modulo di richiesta di eccezione prescrizione.

Questo per via della già citata delibera di ARERA, in base alla quale gli operatori sono appunto obbligati a informare il cliente, nell’ottica della tutela del consumatore e della trasparenza di mercato, su tutti i dati importanti per la conoscenza dei propri consumi e per effettuare correttamente i pagamenti.

Se un fornitore richiede un pagamento contestabile, naturalmente il cliente non è tenuto a pagare.

 

(Prescrizione dei crediti) Possiamo dire che per le bollette di consumo emesse con scadenza successiva al 1 marzo 2018 per l’energia elettrica e al 1 gennaio 2019 per il gas:

• se il fornitore richiede il pagamento  entro il periodo di 2 anni calcolati a partire dal termine regolatorio per cui il Venditore è obbligato a emettere la bolletta, allora è legittimo. Il cliente deve pagare tutto l’importo indicato e, in base alle possibilità, può richiedere la rateizzazione della bolletta se il costo dovesse essere troppo elevato;
• se, invece, il pagamento è richiesto  oltre il periodo di 2 anni calcolati a partire dal termine regolatorio per cui il Venditore è obbligato a emettere la bolletta, in quel caso è da considerarsi prescritto ed Il cliente può legittimamente rifiutarsi di pagare a meno che non sia stato inviato un sollecito di pagamento entro i 2 anni che interrompe e fa decadere i termini di prescrizione dell'insoluto.

 

(Prescrizione dei consumi) La prima cosa da fare, invece, per quanto riguarda la prescrizione dei consumi, è  verificare la bolletta e i consumi riportati al suo interno.

È importante che il cliente sia informato del concetto di Causa Ostativa, ovvero, una bolletta che contiene importi per consumi risalenti a più di due anni per i quali si ritiene non sia maturata la prescrizione biennale, in base alla Legge di bilancio 2018 (Legge n. 205/17) come modificata dalla Legge di bilancio 2020 (Legge n. 160/2019) per cause ostative ai sensi della disciplina primaria e generale di riferimento.

Le circostanze ostative in tali situazioni, il cliente non può contestare i consumi fatturati, anche se relativi a periodi superiori a due anni. Il fornitore è obbligato a indicare chiaramente nella bolletta l’esistenza di una causa ostativa e a fornire tutte le informazioni utili per garantire la massima trasparenza. Questa normativa ha l’obiettivo di rafforzare le tutele dei clienti finali, assicurando che le informazioni siano fornite in modo chiaro e dettagliato.

 

Se la bolletta è effettivamente caduta in prescrizione, può essere eccepita la prescrizione tramite una richiesta al fornitore.

Come si fa a contestare la bolletta richiedendo di eccepire la prescrizione? La procedura è piuttosto semplice: è necessario inviare una apposita comunicazione al proprio fornitore, in cui si espone la propria richiesta in modo corretto ed esaustivo.

 

È buona norma inviare la richiesta in forma scritta anziché tramite telefono o con la posta tradizionale (meglio la raccomandata con ricevuta di ritorno, in quel caso), tramite fax oppure con la posta elettronica, sia email semplice che posta elettronica certificata (PEC). Il fornitore è obbligato da delibera ARERA a fornire il modulo di richiesta eccezione prescrizione in bolletta se questa rientra nelle casistiche di prescrizione dei consumi.

 

Non è necessario utilizzare i moduli predisposti appositamente, per la corretta gestione della richiesta è essenziale è che la comunicazione presenti i seguenti elementi, dati e informazioni:

• i dati dell’intestatario dell’utenza gas o dell’utenza luce (ma anche utenze di acqua, telefono…), ossia colui che muove la richiesta: nome e cognome, codice fiscale o partita IVA, codice cliente ecc. Se possibile, può essere utile anche allegare la copia del documento di identità;
• i dati identificativi dell’utenza in questione, in particolare il codice POD o il codice PDR a seconda della tipologia di fornitura (energia elettrica o gas naturale, rispettivamente) e il numero di matricola del contatore;
• i motivi della richiesta, ossia la caduta in prescrizione del pagamento;
• gli estremi identificativi della  bolletta caduta in prescrizione (p. es. il numero, la data di fatturazione, il corrispettivo dovuto).

Le bollette di conguaglio sono quelle bollette che fanno riferimento a un periodo di fatturazione precedente rispetto a quello dell’ultima bolletta, in genere riunendo più periodi di fatturazione.

 

Il più delle volte, la bolletta di conguaglio viene inviata al cliente quando le precedenti bollette erano basate su consumi stimati e non su consumi reali ed effettivi. Può accadere per precedenti errori di fatturazione da parte del fornitore o del distributore.

Il problema, dunque, può sorgere se la  bolletta di conguaglio viene emessa contenente periodi molto risalenti nel tempo, superiori ai 2 anni come per tutte le altre bollette, per negligenza o errore del fornitore o della società di distribuzione.

 

Se prescritta, la bolletta di conguaglio può non essere pagata, così come negli altri casi. È importante controllare, però, il periodo passato di riferimento: può essere che solo una parte dello stesso cada oltre i termini della prescrizione, e sia dunque solo quella a non dover essere pagata.

 

Se invece il venditore richiede un pagamento già avvenuto per una vecchia bolletta? In quel caso, il cliente ovviamente non deve pagare nuovamente, ma segnalare l’errore di responsabilità del fornitore, inviando copia della ricevuta di pagamento (bollettino postale, bonifico del versamento ecc., a seconda della modalità di pagamento).