Quando si pagano le bollette, è sempre meglio farlo in anticipo rispetto alla scadenza, per evitare interessi di mora e altre forme di sanzione. A volte, tuttavia, capita di pagare una bolletta in ritardo per molte ragioni, dalla semplice dimenticanza, al ritardo nel recapito della bolletta.

Che cosa succederebbe se, per esempio, si pagasse una bolletta scaduta da 10 giorni (o da una settimana, un mese e così via)? Di seguito la risposta alla domanda e molte altre informazioni utili sul ritardo nei pagamenti delle bollette.

Il cliente si potrebbe chiedere se esiste un termine di tolleranza entro il quale pagare la bolletta in ritardo e, tuttavia, non pagare interessi di mora.

In genere, per fortuna, un certo limite di tolleranza c’è sempre. Occorre però distinguere tra fornitore e fornitore e soprattutto tra servizio e servizio, per cui si va dai pochi punti percentuali a cifre più significative.

Inoltre, le regole che si applicano per la fornitura dell’energia elettrica o del gas naturale non sono le medesime che vengono applicate dai gestori di telefonia, oppure dei servizi internet, ma anche dagli amministratori per le spese di condominio ecc…

Mentre i termini di prescrizione sono fissati per legge, le fasce di tolleranza sono fissate dal fornitore del servizio. In questo modo, anche se il consumatore paga la fattura qualche giorno dopo il termine entro cui è dovuta, può comunque evitare di incorrere in sanzioni.

Questa opportunità, comunque, dipende interamente dalla politica del gestore, pertanto è sempre bene informarsi preventivamente. Ciò vale sia per le bollette ordinarie che per quelle di conguaglio, sia nel mercato libero che nel mercato tutelato.

La maggior parte delle volte il margine di tolleranza è di pochi giorni lavorativi e i fornitori lo applicano perché il ritardo potrebbe essere dovuto anche a circostanze che non dipendono dagli utenti, ad esempio, un ritardo delle poste o un problema bancario nell’erogazione del pagamento.

Quel che è certo, comunque, è che dopo circa 20 giorni cominciano gli avvisi di mancato pagamento e i solleciti da parte del fornitore.

A partire all’incirca da questo arco temporale, dunque, cominciano ad applicarsi le condizioni sanzionatorie per il cliente, tra cui:

• l’applicazione di interessi di mora, di importo variabile a seconda dell’operatore, delle condizioni economiche del contratto e del conteggio delle tempistiche. Gli interessi di mora sono sempre dovuti non tanto per volontà del venditore (che ha discrezionalità solo sulla percentuale, non sull’applicazione o meno degli stessi) quanto per legge. Il ritardo nel pagamento di una obbligazione pecuniaria, infatti, ai sensi della normativa, va ritenuto un danno a colui che fa credito e come tale va risarcito mediante, appunto, la costituzione in mora. Si noti anche che qualche azienda denomina gli interessi legali “indennità di ritardo nel pagamento”: nel concreto, tuttavia, si tratta del medesimo concetto. Gli interessi possono anche essere calcolati anche secondo il tasso ufficiale di rendimento (TUR;
• l’addebito di un contributo per le spese postali che il fornitore ha sostenuto per l’invio dei solleciti all’adempimento, talvolta richiesto anche entro il margine valido di tolleranza;
• la possibile sospensione dei servizi. Per le utenze di luce e gas questo può significare un vero e proprio blocco del contatore, che impedisce l’erogazione della materia prima, l’autolettura ecc.; il distributore può staccare il contatore col controllo da remoto se è presente il contatore elettronico;
• nei casi più gravi, anche il recesso del contratto in maniera unilaterale da parte del fornitore. Quest’ultimo successivamente si potrà avvalere di una società di recupero crediti per ottenere il recupero coatto del costo della bolletta che il cliente non ha versato, pur essendo dovuto.

Per verificare quali sono le procedure in caso di ritardo, viene riportato che cosa succede se la bolletta è scaduta da 10 giorni e il cliente non ha ancora provveduto a pagarla. L’iter di seguito descritto, stabilito con apposita delibera da ARERA (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), è il medesimo per ogni fornitore.

Una volta rilevato il ritardo, il fornitore invia in automatico al cliente un sollecito scritto in cui lo esorta al pagamento e alla regolarizzazione del suo debito entro una data precisa.

Se, dopo il sollecito, il cliente non paga, il fornitore invia, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, una lettera di diffida legale. A seguito di questa, il cliente ha tempi variabili (tra 10 e 20 giorni, in base al contratto) per pagare.

Se la bolletta è ancora insoluta, il fornitore effettua la riduzione della potenza del contatore che, dopo altri 15 giorni di ritardo, può trasformarsi in disattivazione della fornitura, con relativa sospensione del codice POD o PDR (cosicché il cliente non possa risolvere il rapporto e sottoscrivere un nuovo contratto con altro operatore). La richiesta di sospensione non può essere fatta prima di 40 giorni solari dalla data di invio della raccomandata o pec di intimazione.

Può anche capitare che il cliente riceva una bolletta già scaduta o con una somma inesatta. In questo caso, la responsabilità dell’insolvenza non è sua, ma del fornitore (per negligenza o altro), oppure del servizio postale. Di conseguenza, il cliente può rivolgersi subito al fornitore per segnalare il disservizio, sporgendo opportuni reclami e richiedendo il rimborso dei danni, purché però abbia provveduto subito a pagare la bolletta, eventualmente in integrazione agli interessi di mora maturati.

Lo stesso vale nei casi in cui la bolletta non arriva a destinazione, ancora per mancata consegna da parte delle poste. Dimostrare il mancato recapito è impossibile, dunque il cliente non può fare altro che pagare quanto dovuto. Anche per questo molte associazioni di consumatori spingono per la tracciabilità della bolletta.

Una buona soluzione preventiva a entrambi i problemi è l’attivazione della bolletta digitale, che arriva sempre nella casella mail del cliente. In questo modo non vi possono essere problemi legati a ritardi o altri disservizi, e il consumatore potrà pagare in tempo la propria fattura.

Come riattivare la fornitura dopo il distacco

Nel caso più estremo, come sopra riportato, può capitare che il fornitore decida di staccare il contatore del cliente, dopo aver inviato adeguato preavviso. Che cosa succede in questo caso?

Se il cliente non è in grado di pagare, naturalmente non può richiedere la riattivazione del contatore. Al contrario, se può farlo, il cliente deve pagare l’importo dovuto e ancora in saldo, maggiorato di interessi di mora ed eventuali sanzioni, con o senza rateizzazione.

A questo punto, può immediatamente comunicare al fornitore l’avvenuto pagamento e chiedere il ripristino della fornitura. La comunicazione può avvenire anche via telefono, email o fax; l’importante è far avere al fornitore una copia delle ricevute di pagamento parziali o totali e delle relative bollette.

Il fornitore, successivamente, chiede al distributore la riattivazione della fornitura, che deve avvenire entro il giorno successivo. In caso di ritardo, il cliente ha diritto a dei rimborsi a titolo di indennizzo: 35€ per un giorno di ritardo, 70€ per 3 giorni, e 105€ oltre i 3 giorni.

Visto che cosa può accadere se si paga una bolletta in ritardo, è importante pensare a un modo per pagarla sempre in tempo. Al di là del consueto promemoria impostato per ogni bolletta, esistono dei metodi più rapidi e sicuri. Tra questi è possibile citare:

• l’uso della applicazione del fornitore, quando presente. Alcune applicazioni permettono di attivare le notifiche così da ricevere direttamente sullo smartphone un promemoria per il pagamento della bolletta. Dalla stessa app, inoltre, può essere possibile pagare subito la bolletta con carta di credito o con servizi online come PayPal, così da non perdere tempo rischiando una dimenticanza;
• scegliere le bollette online o bollette web. Se il cliente sceglie di non ricevere più la bolletta cartacea ma solo la bolletta online, può ricevere direttamente sul proprio indirizzo di posta elettronica l’email della fattura, con relativa quietanza di pagamento, al momento dell’emissione della stessa, con possibilità di accedere direttamente all’area clienti del sito web. In questo modo non solo il cliente avrà sempre un promemoria della bolletta a disposizione per pagarla entro I termini prestabiliti;
• attivare la domiciliazione bancaria delle bollette sul conto corrente. Attivando questa modalità di pagamento con alcune offerte e tariffe, il cliente potrà ottenere degli sconti, bonus in bolletta o una riduzione delle spese, oltreché evitare di pagare il deposito cauzionale. Inoltre non correrà mai il rischio di dimenticarsi di un pagamento, visto che questo verrà sempre scalato dal conto corrente, con la comodità aggiuntiva di non doversi recare in banca o in posta per pagare di persona con bollettino postale.